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Paradiso e naufragio

Il tempo dell' Uomo senza qualità è da intendersi circoscritto all'asburgica età regio-imperiale che fa da sfondo al romanzo di Musil, oppure è suscettibile di venir esteso ad altre epoche, tra cui la nostra?

Il tempo dell' Uomo senza qualità (o dell'indifferenza della società alle qualità che il medesimo pur avrà, almeno in parte, avute) è da intendersi circoscritto all'asburgica età regio-imperiale che fa da sfondo all'incompiuto, monumentale romanzo di Musil, oppure è suscettibile di venir esteso ad altre epoche, tra cui la nostra?
In altri termini, le contraddizioni, i paradossi, i limiti e le aporie che segnano l'esistenza umana sono contingenti a determinate realtà storiche oppure, semplicemente, trascendono la storia? Se il mondo di ieri è naufragato insieme alla sua pretesa di compiutezza, verso quali orizzonti stiamo veleggiando oggi, nel solcare l'oceano della conoscenza?
In questa traversata - orientandoci solo per mezzo di opinioni ed illusioni - speronare invisibili principi posti da leggi immutabili porterebbe ad un altro inevitabile naufragio. Quale significato antropologico, allora, dare alla seducentissima eccezione che sarebbe il superare la realtà senza oltrepassarla? E quale significato mistagogico dare alla pura concentrazione che permetterebbe di acquisire l'ultima realtà sprofondando nell'amore? Non sarebbe forse questo l'approdo a quell'invocato Paradiso, la dimensione nella quale l'uomo non sta nel mondo ma al quale il mondo sta attorno? Per arrivarci, la rotta dovranno indicarcela le stelle, nella mistica di un'Eternità che non soffre limiti matematici.

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Paradiso e naufragio. Saggio sull'Uomo senza qualità di Musil di Massimo Cacciari, Einaudi, 2022

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